Pensare che le persone anoressiche siano semplicemente persone magre che mangiano poco, oppure che le persone obese siano solamente persone grasse che mangiano tanto, è un errore comune. Ma è comunque un errore.
Ci sono falsi miti che circondano la sfera dei Disturbi del Comportamento Alimentari (DCA). Sfatare questi falsi miti permetterà una maggiore comprensione del problema e un migliore e tempestivo intervento.
I disturbi alimentari
sono legati alla propria
immagine pubblica e
ai livelli di autostima.
I disturbi alimentari iniziano per lo più verso la fine dell’adolescenza, dove diventa importante conquistare l’attenzione e la considerazione altrui. Da qui i tentativi di affermazione di sé tramite il controllo del cibo e dell’aspetto fisico, tra le maggiori causa dell’anoressia e della bulimia.
L’approccio psicologico al trattamento dei disturbi alimentari risulta oggi riconosciuto come elemento importante per la piena guarigione del paziente.
In questo modo, il soggetto affronta le proprie convinzioni sul controllo del peso e sulla propria autostima, sulla relazione tra controllo alimentare e controllo generale sulla propria vita.
Accompagnato dall’aiuto del terapeuta, andrà a ristrutturare il desiderio, la pulsione del controllo assoluto e l’autostima verso se stesso.
I DCA sono stati didatticamente suddivisi in cinque tipologie principali.
Dall’altra parte il soggetto rifiuta di ammettere la gravità della condizione di sottopeso, che tra le conseguenze può portare alla amenorrea (ossia l’assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi).
Per un comportamento patologico, abbuffate e condotte compensatorie si devono verificare entrambe in media almeno due volte alla settimana, per tre mesi.
Anche in questo caso la valutazione di sé è basata in modo predominante o esclusivo su alimentazione, peso, forme corporee e sul loro controllo, da cui derivano i livelli di autostima del soggetto.