L’affiancamento domiciliare nel percorso psicoterapeutico


l'affiancamento domiciliare aiuta a riappropriarsi delle abilità per la vita quotidiana

Uno dei punti di forza del percorso riabilitativo dei pazienti può essere l’affiancamento domiciliare
Gli operatori assistono i pazienti andando direttamente nelle case di chi ha bisogno, entrando nelle parti più dolorose e delicate della loro vita, e lo fanno con la professionalità, le competenze e la formazione sia di educatore che di psicologo, tutto condensato in una sola figura. Due al prezzo di uno.

Per non parlare degli operatori ASA (Assistenza Socio-Assistenziale), esperti in assistenze domiciliari e portatori di un bagaglio umano e professionale secondo a nessuno. L’obiettivo dell’affiancamento domiciliare è principalmente assistere la persona sia nell’aspetto pratico sia in quello psicologico, ma non si tratta di una terapia.

Per “aspetto pratico” si intende tutto ciò che la persona non è più abituata a fare, non ha mai fatto o non crede di saper fare nella vita quotidiana.
Alcune persone hanno difficoltà nei rapporti interpersonali, e quindi sono anni che non escono di casa se non per andare a trovare i familiari o dal medico. E anche in questi casi provano fatica, ansia e dolore.
Ci sono persone che non svolgono più alcuna attività lavorativa, o attività fisica, o le semplici pulizie di casa. È troppa la paura di sbagliare e l’ansia che procura il solo pensare di eseguire qualsiasi compito.
Altre persone, invece, hanno un disagio tale che, anche se ci provano con tutte le proprie forze e intenzioni, faticano a relazionarsi con gli altri ed a eseguire qualsiasi compito. Oltre a tutte queste difficoltà si aggiunge un discreto bagaglio di vita difficile all’interno della famiglia, preoccupante e segnato dalla propria condizione.

Nell’ambito dell’affiancamento domiciliare, insieme all’operatore, che sia un educatore o un ASA, la persona cercherà di riappropriarsi di quelle abilità necessarie per la vita di tutti i giorni, come fare la spesa, cucinare, rapportarsi con altre persone.
L’operatore lo aiuterà a compiere “nella pratica” tutti questi compiti e lo sosterrà nel loro svolgimento.

La parte “psicologica”, invece, permette alla persona di trovare un sostegno per quanto riguarda le proprie paure, le emozioni e le convinzioni che gli recano disagio o dolore.
Il rapporto con l’educatore o l’ASA permette di instaurare un primo rapporto stabile con una persona, e questo gli consente di prendere coraggio e fiducia, e di confrontarsi allo stesso tempo con l’educatore e “lavorare” su quei fattori che spaventano nei rapporti interpersonali.
Con l’appoggio degli educatori, nell’ambito dell’affiancamento domiciliare la persona, può andare alla scoperta di interessi ed entusiasmi sopiti da anni.
La presenza di educatori e ASA ha lo scopo di riattivare quegli ingranaggi che da tempo si sono fermati e che attendono solo una piccola spinta, un aiuto per ricominciare a girare.

Il lavoro e il rapporto con l’operatore durante l’affiancamento domiciliare partono però da una base importante: la fiducia tra le due parti.
Per il paziente è sempre difficile accettare l’aiuto degli operatori. Per questo motivo la cosa più importante e difficile, e che richiede più tempo, è far capire alla persona sofferente l’importanza del lavoro consigliato: nonostante siano sollecitati degli sforzi, l’operatore comprende quanta fatica questi richiedano ed è lì presente per aiutare il paziente.

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