
Al primo o al secondo incontro può capitare che il terapeuta chieda al paziente di sottoporsi a uno o più test. Che cosa significa?
Niente di negativo. Significa che il professionista a cui ci siamo rivolti è una persona scrupolosa e ha l’intenzione di avvalersi di tutti gli strumenti e le conoscenze per arrivare ad un quadro della situazione più chiaro e completo possibile.
Si sta parlando del percorso che il paziente percorre insieme al clinico allo scopo di individuare l’ampiezza e l’entità della sofferenza e, in alcuni casi, dei disturbi lamentati. Dare loro un significato. Individuare le possibili strategie da utilizzare per ridurre modificare o eliminare, se possibile, la causa che provoca la sofferenza.
I test della personalità e i test cognitivi servono a valutare come l’individuo tende a funzionare dal punto di vista cognitivo (memoria, attenzione, percezione, riconoscimento e comprensione delle informazioni del mondo esterno), affettivo e comportamentale.
Cosa che si traduce nella valutazione delle aree patologiche e delle aree sane della personalità.
Per aiutare una persona che soffre, è necessario conoscere sia le sue capacità e i suoi talenti, sia le sue aree disfunzionali e problematiche.
Lo scopo del colloquio diagnostico è arrivare a formulare delle ipotesi sulla personalità del soggetto.
I test sono applicati per verificare e approfondire le ipotesi diagnostiche formulate durante il colloquio.
La convergenza tra i risultati ottenuti ai test e i dati emersi dal colloquio ci permette di passare dall’ipotesi diagnostica alla diagnosi di personalità.
Tognazzo D., 1999