Perché andare dallo psicologo?


Decidere di rivolgersi a uno psicoterapeuta non è un passo semplice.
È il primo passo per cambiare. Ma è spesso accompagnato da dubbi e innumerevoli domande.
“Perché andare dallo psicologo?”, “Perché dovrei averne bisogno?”, “Che cosa mi succederà?”, “Sono pazzo?”

Molti sono gli interrogativi per quanti, pur soffrendo e riconoscendo il proprio disagio, sono restii a rivolgersi ad un professionista.
Nessun panico, a queste domande risponderemo insieme.

Psicologo, psicoterapeuta e psichiatra sono tre diverse figure professionali spesso confuse tra loro.

Lo Psicologo è colui che ha conseguito una laurea in psicologia, ed è iscritto all’Albo degli Psicologi.
Può occuparsi di molteplici settori (clinica, scuola, sport, lavoro, comunità, ambito giuridico ecc). Lo psicologo che esercita in campo sanitario si occupa di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione oltre alle attività di ricerca nell’ambito della psicologia.
Lo psicologo effettua colloqui di sostegno e può effettuare valutazioni tramite la somministrazione di specifici test.

Lo Psichiatra ha, invece, conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia, e successivamente ha conseguito la specializzazione in Psichiatria. Tale figura professionale è l’unica che può prescrivere farmaci.

Lo Psicoterapeuta può essere sia uno Psicologo sia uno Psichiatra.
Nel caso dello Psicologo deve aver conseguito la Specializzazione in Psicoterapia della durata di almeno 4 anni ed essere iscritto all’Albo professionale.
Lo Psicoterapeuta, attraverso strumenti clinici (diagnosi, eziologia, pianificazione del trattamento, setting) e attraverso il colloquio con la persona, è in grado di accompagnare la persona in un percorso di cambiamento, per il raggiungimento di un migliore stato di equilibrio.

Si va da uno psicologo per capire e modificare i vissuti e/o le emozioni che in quel momento sono talmente presenti per intensità che rischiano di precludere la possibilità di vivere la quotidianità nel miglior modo possibile.

Non si è dunque matti ma semplicemente si sta passando un periodo difficile, un momento critico, si stanno vivendo delle relazioni complicate.

Lo psicologo ci aiuterà prima a contestualizzare e a capire, poi ci guiderà verso il cambiamento per riacquistare l’equilibrio e la serenità di cui abbiamo bisogno.

La relazione tra psicoterapeuta e paziente differisce da quella con un amico innanzitutto perché è una relazione nuova.
Il rapporto tra terapeuta e paziente è inoltre di natura professionale e questo crea quel distacco necessario allo psicoterapeuta per mantenere la propria capacità di ragionare in modo indipendente e lucida.

In un rapporto di amicizia spesso il giudizio è influenzato dal vissuto emotivo che le due persone hanno in comune.

Inoltre il professionista grazie al suo bagaglio professionale, dispone di metodi, strumenti e tecniche che un comune amico non possiede.

Lo psicoterapeuta lavora con una metodologia specifica. La presenza di un legame di amicizia, di parentela o di affetto tra il professionista e la persona rischia di andare a influenzare in maniera sbagliata le regole, gli strumenti, i ruoli e le situazioni che nel loro insieme formano il metodo usato in psicoterapia.

Lo psicoterapeuta non è coinvolto emotivamente con la persona, e la sua capacità di giudizio rimane inalterata non potendo essere influenzata da eventi precedenti.
È focalizzato sul paziente, e il paziente è focalizzato su di sé.

Entrambe le persone presenti nella stanza portano la propria attenzione su di una sola persona, e cioè il paziente, mentre non funziona così in un rapporto di amicizia.

La durata di una psicoterapia dipende da una serie di variabili.
Il terapeuta può, dopo i primi colloqui iniziali, decidere a seconda del paziente e della sua sintomatologia quale percorso gli sarà più efficace.

La durata dipenderà dalla tecnica usata, dalla sintomatologia presentata dal paziente, dal tempo, caratteristico e diverso per ciascuno, che servirà per adattarsi al percorso terapeutico, e dal materiale emotivo che porterà e che emergerà durante le sedute.

Iniziare una psicoterapia non vuol dire per forza intraprendere una terapia farmacologica.

Ogni caso è diverso per questo la decisione di “se e quando” sfruttare l’utilizzo di farmaci verrà presa solo dopo un’attenta osservazione da parte dello psicologo, in modo da capire se un una terapia farmacologica sia o meno consigliata per migliorare il percorso terapeutico.

In generale, durante le crisi d’ansia si hanno paure molto forti ed intense con la presenza di sintomi di somatizzazione.

Nel corso dell’attacco di panico è si può arrivare a perdere il contatto con la realtà e ad avere importanti sintomi fisici.

Nonostante il diverso grado di intensità, maggiore nel caso degli attacchi di panico, entrambe presentano le caratteristiche della permanenza e della difficoltà ad essere superate.