Il metodo EMDR o come dicono gli inglesi Eye Movement Desensitization and Reprocessing è un metodo per il trattamento del Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD).
Il PTSD significa, in poche parole, avere reazioni continue e prolungate ad eventi trascorsi da almeno uno o due mesi, che hanno rappresentato una concreta minaccia alla propria o altrui persona. Con un linguaggio più tecnico, il PTSD è il disturbo dei processi di memorizzazione di un evento traumatico.
Fuga, attacco, dissociazione (leggasi: scollegare la coscienza), paralisi, et cetera.
Queste sono tutte reazioni al pericolo. Sono risposte automatiche: le sceglie il cervello, non la persona. A prendere il comando è il nostro sistema innato, quello che agisce d’istinto.
Tutto normale fino a quando le reazioni allo stress che all’inizio sono “adattive”, fino a quando non diventano croniche, fino a quando si attivano in misura spropositata o nei momenti in cui non devono.
L’informazione legata a esperienze traumatiche o stressanti non sempre è elaborata completamente, le percezioni iniziali saranno immagazzinate essenzialmente come sono state ricevute nell’input, insieme a pensieri distorti o a percezioni sperimentate al momento dell’evento (Shapiro, 1995).
Il cervello ha una capacità innata di rielaborare le situazioni di stress.
Il sistema innato è fisiologicamente orientato verso l’autoguarigione. Se ciò non riesce significa che si è verificato un accumulo, un sovraccarico di stress e si è “bloccato”, sempre in riferimento a quel particolare ricordo.
Il metodo EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza o delle esperienze traumatiche che hanno contribuito a sviluppare la patologia o il disagio che presenta il paziente.
L’EMDR riattiva il sistema innato, e i ricordi affrontati si evolvono durante l’elaborazione.
I ricordi permanenti sono “ricordi fissi”. Con il richiamo diventano “ricordi instabili”, cioè aperti.
Il ricordo viene visto e ri-organizzato con la visione attuale della persona, e poi il ricordo si ri-consolida e successivamente viene immagazzinato.
Alla base del metodo EMDR c’è la stimolazione alternata dei due emisferi cerebrali che andrà ad agire sulle parti più importanti del ricordo: immagine traumatica, cognizione negativa, emozioni disturbanti, sensazioni fisiche.
Il paziente inizia a vedere il ricordo lontano, distante e modifica le sue valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni più adeguate ed eliminando quelle più disturbanti, ma senza cancellare il ricordo.
Come? Quello ve lo spiego un’altra volta.